Quanti soldi si possono prelevare con il reddito di cittadinanza

Quanti soldi si possono prelevare con il reddito di cittadinanza

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Chi sono

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Il nostro amato “Mondo Finanziario” genera tante domande in rete e questa è una di quelle.

Molti utenti mi avete chiesto : Ciro, quanti soldi si possono prelevare con il reddito di cittadinanza ?

Oggi voglio rispondere pubblicamente per risolvere la questione una volta per tutte. Quindi procediamo subito spediti andando in primo luogo a definire per cosa nasce il reddito di cittadinanza…

Cos’è il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è un nuovo aiuto economico che lo Stato eroga ai cittadini privi di reddito o con redditi troppo bassi.Si tratta di un misura di politica attiva che, per espressa enunciazione del decreto legge numero 4/2019, è volta a garantire il diritto del lavoro, a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale e a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura.


Le prime domande potranno essere presentate dal 6 al 31 marzo 2019 e l’accredito del reddito di cittadinanza, sull’apposita “carta RDC”, si avrà a partire al 27 aprile 2019.

Come funziona il reddito di cittadinanza

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L’erogazione del reddito di cittadinanza parte dal presupposto che, secondo i recenti dati Istat, in Italia chi vive con meno d 780 euro al mese si trova al di sotto della soglia di povertà, che può peraltro variare a seconda del numero dei componenti della famiglia.

Il funzionamento del reddito si basa sull’obiettivo, perseguito tramite tale misura, di permettere a tutti di raggiungere la predetta soglia e, quindi, di uscire dalla povertà.L’erogazione del contributo, tuttavia, è subordinata al possesso di determinati requisiti Isee, di età, di patrimonio, di residenza e così via.

Inoltre, per non perdere il diritto al reddito di cittadinanza nel tempo occorre attenersi a precise indicazione e rispettare determinate regole.

A tale ultimo proposito, si prevede quindi una complessa operazione di verifiche e controlli.

Richiesta, riconoscimento ed erogazione del beneficio

Per quanto riguarda la domanda, il riconoscimento e l’erogazione concreta del reddito di cittadinanza ecco cosa dispone il decreto:

  • il RdC può essere chiesto dopo il giorno 5 di ogni mese, presso il gestore del servizio integrato, telematicamente o presso i centri di assistenza fiscale;
  • entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto è prevista l’approvazione del modulo per presentare la domanda per il reddito di cittadinanza e il modello per comunicare le variazioni lavorative del soggetto che beneficia della misura;
  • la misura verrà erogata dall’Inps dopo l’acquisizione dei dati necessari dall’Anagrafe tributaria, dal PRA e dalle altre amministrazioni pubbliche e previa verifica della sussistenza dei requisiti soggettivi e reddituali richiesti dalla legge;
  • il beneficio, una volta riconosciuto, verrà erogato con Carta RdC che permetterà di fare acquisti e prelevare 100 euro al mese per ogni individuo (moltiplicato per la scala di equivalenza ex art. 2, comma 5);
  • la Carta RdC potrà essere utilizzata, in caso di integrazioni nei casi previsti, per pagare il canone di locazione o la rata del mutuo;
  • la Carta non potrà essere utilizzata per pagare giochi che prevedono vincite in denaro;
  • un decreto dovrà fissare limiti di utilizzo ed ulteriori impieghi della Carta RdC;
  • le movimentazioni delle carte RdC verranno messe a disposizione delle piattaforme digitali, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in quanto soggetto emittente;
  • la carta RdC verrà consegnata dopo il quinto giorno di ciascun mese;
  • per attuare il reddito di cittadinanza il Ministero del Lavoro può avvalersi di enti controllati o vigilati dalle amministrazioni dello Stato o di società in house, previa convenzione.

Beneficio economico

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Con riferimento, invece, al beneficio economico erogato, il decreto così dispone:

  • il RdC si compone di due parti: una a integrazione del reddito familiare, l’altra come sostegno al reddito per pagare il canone di locazione (fino a 3360 euro annui) o la rata del mutuo (fino a 1800 euro annui);
  • la misura è esente dal pagamento IRPEF;
  • il RdC decorre dal mese successivo alla domanda ed è suddiviso in dodici rate su base annua;
  • la durata complessiva non può in ogni caso superare i 18 mesi;
  • entro 6 mesi è prevista l’adozione di un decreto che stabilirà le modalità di erogazione del reddito di cittadinanza per ogni componente maggiorenne del nucleo familiare;
  • se il beneficiario del RdC viene assunto come dipendente o intraprende una nuova attività di lavoro autonomo o d’impresa, entro 30 giorni dall’inizio ha obbligo di comunicarlo all’INPS, tramite la piattaforma digitale per il patto per il lavoro o di persona ai Centri per l’impiego, a pena di decadenza dal beneficio;
  • il beneficiario ha l’obbligo di comunicare all’ente erogatore, entro 15 giorni, ogni variazione patrimoniale che comporta la perdita dei requisiti economici richiesti per beneficiare del reddito di cittadinanza;
  • i detenuti, i ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato, parte del nucleo familiare beneficiario, sono esclusi dal parametro della scala di equivalenza;
  • entro tre mesi è prevista l’emanazione di un decreto che sancirà le modalità con cui, tramite il monitoraggio delle spese effettuate sulla Carta del reddito di cittadinanza, sarà possibile verificare in che modo si fruisce del beneficio, le possibili eccezioni e le penalizzazioni in termini di riduzione della misura nel limite del 10% da applicare sulla mensilità successiva a quella in cui il beneficio è stato speso interamente;
  • il RdC sarà fruito entro il mese successivo a quello in cui verrà erogato;
  • se l’erogazione del RdC viene interrotta per motivi diversi dalle sanzioni sarà possibile chiederlo nuovamente, solo per il periodo non goduto, mentre se l’interruzione dipende da una modifica delle condizioni reddituali ed è trascorso un anno, la richiesta equivale a prima domanda;
  • il RdC può essere integrato con agevolazioni per il trasporto, la casa, l’istruzione e la salute;
  • esso è compatibile con la Naspi, in presenza di determinati requisiti;
  • il suo riconoscimento non esclude le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e al gas naturale per le famiglie svantaggiate.

A chi spetta e quanti soldi si possono prelevare con il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza, come vedremo meglio nel paragrafo successivo, è riconosciuto esclusivamente al ricorrere di requisiti stringenti e fissati in maniera puntuale dal relativo decreto legge e che determinano la condizione di povertà rilevante per l’erogazione del sussidio.

Secondo dati Istat del 2017, le famiglie residenti in italia che si trovano in povertà assoluta sarebbero 1,78 milioni; in esse vivono circa 5 milioni di soggetti, di cui 1,2 milioni minorenni.

Reddito di cittadinanza: requisiti

Come si è appena accennato, per ottenere il reddito di cittadinanza è necessaria la sussistenza di specifici presupposti.

In particolare, il sussidio spetta esclusivamente ai nuclei familiari che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio sono in possesso di determinati requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno e reddituali, che non possiedano determinati beni e che si attengano a specifici obblighi.

Vediamo nel dettaglio cosa è richiesto per poter beneficiare del reddito di cittadinanza.

Requisiti soggettivi

Avranno diritto al reddito di cittadinanza, se residenti in Italia da almeno 10 anni, dei quali gli ultimi due, al momento della domanda, in modo continuativo:

  • i cittadini italiani o europei e i relativi familiari titolari del permesso di soggiorno o di quello permanente;
  • i cittadini di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Requisiti reddituali

I requisiti reddituali per fare domanda sono i seguenti:

  • reddito del nucleo familiare del soggetto richiedente inferiore a 9.360 euro annui;
  • patrimonio immobiliare, esclusa la casa di abitazione familiare, non superiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare sotto i 6.000 euro di valore, con un aumento limite di 2.000 euro per ogni componente familiare oltre il primo (fino a un massimo di 10.000 euro), incrementabile ulteriormente di 1000 euro per ogni figlio successivo al secondo e di 5.000 euro per ogni familiare invalido;
  • valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6000 euro annui, da moltiplicare per il parametro corrispondente della scala di equivalenza,
  • nessun componente del nucleo deve essere intestatario di veicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi precedenti di cilindrata superiore ai 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc, tranne i mezzi per i quali sono previste agevolazioni per i disabili;
  • nessun componente deve risultare titolare di imbarcazioni da diporto e navi;
  • non hanno diritto al reddito di cittadinanza i nuclei familiari al cui interno vi sono soggetti disoccupati dopo 12 mesi dalle dimissioni volontarie.

Adesione al patto per il lavoro e a quello per l’inclusione

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Tutti i membri del nucleo familiare non occupati e non iscritti a un corso di studio (tranne i beneficiari della pensione di cittadinanza, del reddito di cittadinanza o di età pari o superiore ai 65 anni, i disabili ed eventualmente chi si prende cura di minori di età inferiore ai tre anni o i membri della famiglia disabili o non autosufficienti) devono:

  • dichiarare la disponibilità immediata al lavoro;
  • stipulare un patto per il lavoro, l’inclusione sociale e la riqualificazione professionale;
  • collaborare alla stesura del bilancio delle competenze, necessario a definire il Patto per il lavoro e rispettarne gli obblighi, che consistono:nella registrazione e consultazione periodica della piattaforma digitale, nel ricercare attivamente un lavoro, nell’accettare l’avviamento a corsi di formazione e riqualificazione professionale, nel sostenere colloqui psicoattitudinali e prove di selezione, nell’accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue;
  • partecipare per otto ore settimanali ai progetti culturali, artistici, sociali, ambientale, formativi e di tutela dei beni predisposti dal Comune di appartenenza per dare attuazione al Patto di inclusione sociale.

Come si calcola il reddito di cittadinanza

Il calcolo del reddito di cittadinanza va fatto partendo dal presupposto che, come visto, per poter beneficiare della misura il proprio ISEE non deve superare 9.360 euro e il reddito familiare non deve essere superiore a 6.000 euro.Tali limiti, tuttavia, crescono in base al numero dei componenti del nucleo familiare, secondo un parametro, definito scala di equivalenza, che prevede una maggiorazione per ogni componente successivo al primo pari allo 0,4 o allo 0,2 a seconda che si tratti di soggetto maggiorenne o minorenne, fino a massimo 2,1.La formula è quindi la seguente: 1 + (0,4 x numero di componenti maggiorenni) + (0,4 x numero di componenti minorenni).All’importo che deriva dall’applicazione di tale formula va poi detratto il reddito familiare dell’interessato, in quanto il reddito di cittadinanza è pari alla differenza tra la soglia di reddito familiare da non superare e il reddito familiare del potenziale beneficiario.Infine, il risultato ottenuto deve essere diviso per 12.In tal modo si ottiene l’importo mensile del reddito di cittadinanza.

Esempi

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Qui di seguito qualche esempio di calcolo del reddito di cittadinanza massimo che si può ottenere:- Una persona che ha vive da sola ha diritto a un reddito di cittadinanza di 780 euro al mese. Di conseguenza potrà ricevere come integrazione reddituale fino a 500 euro e fino a 250 euro come contributo per l’affitto o fino a 150 euro come contributo per il mutuo.- Se, invece, la famiglia è composta da due adulti, due figli minorenni e un figlio maggiorenne, l’importo del reddito di cittadinanza può arrivare sino a 1.330 euro al mese di cui 1.050 come integrazione reddituale e 280 euro per l’affitto o 150 euro per il mutuo.- Facciamo infine l’esempio di una famiglia composta da due adulti e due figli minorenni. In tal caso, il contributo mensile può essere di massimo 1.180 euro, di cui 900 come integrazione reddituale e 280 per l’affitto o 150 per il mutuo.

Cosa faranno i centri per l’impiego

Nella disciplina del reddito di cittadinanza, un ruolo fondamentale è assegnato ai centri per l’impiego, ai quali vengono affidati i disoccupati beneficiari della nuova prestazione.I centri per l’impiego dovranno poi adoperarsi affinché la misura non divenga oggetto di abusi e ricercare in maniera efficace le offerte di lavoro per chi è disoccupato.

Congruità dell’offerta lavorativa

A tale proposito va detto che il decreto contiene una disciplina dettagliata sulla congruità dell’offerta lavorativa, che viene valutata tenendo conto sia della durata del beneficio che del numero di offerte lavorative rifiutate. In particolare un’offerta lavorativa è ritenuta congrua se:- nei primi dodici mesi di fruizione del RdC, viene offerto un lavoro un a 100 Km di distanza dalla residenza del lavoratore o raggiungibile in 100 minuti con i mezzi pubblici (in caso di prima offerta) o entro 250 Km di distanza (in caso di seconda offerta) o ovunque collocata nel territorio dello stato (terza offerta)
– dopo 12 mesi dalla fruizione del beneficio è congrua un’offerta di lavoro a 250 Km di distanza dalla residenza del beneficiario, se si tratta di prima o seconda offerta o, ovunque collocata nel territorio dello Stato se si tratta di terza offerta
– se il beneficio viene rinnovato nei casi e modi previsti dal decreto, è congrua un’offerta ovunque collocata nel territorio dello Stato, anche se si tratta di una prima offerta.
Dette offerte sono condizionate comunque dalla presenza di soggetti disabili, così come definiti ai fine Isee, all’interno del nucleo familiare del beneficiario.
Nel caso in cui poi, il beneficiario accetti un’offerta lavorativa distante oltre i 250 km dalla residenza, costui continuerà a percepire il reddito di cittadinanza per compensare le spese di trasferimento, limitatamente ai tre mesi successivi dall’inizio del nuovo lavoro, aumentati fino a dodici se nel nucleo familiare sono presenti disabili ai fini Isee o minori.

Tutto chiaro ?

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